In uno dei pomeriggi perfetti, caldi afosi ma senza impegni, un lui ed una lei leggono in veranda.
Spunta una mosca, fastidiosissima. E il miracolo della bellezza di una donna in lettura, si consuma nel caldo.
Una poesia breve, agostiana. Perchè ad agosto, le donne sono tutte più belle, ma è d’inverno che sono più intelligenti.
La mosca era viva, la mosca era morta
Potevo vedere i fili che gli occhi
tracciavano sulle pagine del libro
trapuntavi ogni parola, con barocchi
gesti a spostare il segnalibro.Tutta puntuta nella lettura assorta
gli occhi vispi e le ciglia a tentacolo
mangiavi e digerivi seduta storta
e io mi godevo da solo il miracolodi te bellissima, i capelli raccolti,
nella vasta chioma, una criniera.
Insostenibile e leggera, come dicono molti
facevi un bagno nel romanzo
di Milan Kundera.Ma ecco che dal melone,
suppurato e ormai caldo acido poggiato
A fianco del calice di Amarone
sul tavolino del porticato,spunta una mosca, di quelle
verdi e malate e rumorose
non una delle bestie belle
che frizzano i petali dentro le rose.Attratta forse da quell’odore
di carne che avevi e mi piaceva
sentivo con l’aria che come un dolore
la brezza tranquilla alle narici mi arrendeva.Tormentava la mosca il tuo naso
tormentava la mosca il tuo braccio
tormentava la mosca a caso
tormentava la mosca il polpaccio.Tu non ne avevi cura, e stoica
non distoglievi lo sguardo attento,
come in una camera anecoica
ogni suono era suono di vento.Quando la mosca decise in fretta
di prendere rincorsa sulla tovaglietta
per mirare alla tua faccia un ultima volta,
fu un attacco rapido, un lampo di rasoi.Un fulmine portava il dorso del libro
sul tavolo veloce e alle tue mani poi.Aveva interrotto la tua lettura assorta
La mosca era viva
La mosca era morta
D’