Una poesia, 24/02/2022
Oggi ho mangiato da Dio non nel senso che ho mangiato molto bene ero a Tavola con Lui, nel suo ricco giardino. Mi fa - prova 'sti ceci bolliti vengono dall'orto che tengo nell'Eden son buoni ci ho fatto 'sta cosina me l'ha insegnato Allah, è un po' matto ma è bravo a cucinare questa cosina qua.- Dio bono che boni che erano i ceci sul pane appena incrostato di aglio mi fa - ti piace l'aglio? A me un sacco e siccome è troppo bono e troppo fa male ho dovuto metterci un po' di puzza sennò non capite.- sorridevo - A me non mi viene a trovare nessuno, ché son tutti impegnati a pregare ma nessuno che si sbatta a venirmi a trovare. E allora ne mangio quanto voglio, anche se il fiato poi sa un po' di aglio… Adamo ne andava matto, me lo ricordo, quel pirla!- Mangiammo e parlammo un po' di guerre, un po' di uomini, un po' di guerrieri e di preghieri oratori. Mi fa - Siete non so come bravissimi, a fare dei troiai lì sotto. Ma non si capisce perché, ché avete tutto già fatto già dentro di voi. Mah, io v'ho fatti ma non vi capisco.- Annuisco, gli dico - che vuoi, siam strani, siamo tristi, contenti per i nostri due o tre affari umani.- Solleva il gotto di vino, in un bicchiere opaco di tempo. - A te, D'ario, continua a scrivere, ché sei capacino. - A te, Dio, continua a illuderti che sappia scrivere, ubriaco come sei con questo poco vino - Rise con suoni veloci, due viole precoci si aprirono nell'aiuola lì vicino. Ho mangiato da Dio e sazio un po' nel nascondersi della veglia nelle prime ore del pomeriggio, pensavo a quanto sia stupido il fatto: mi insegnarono con forza, da ragazzo che con Dio non ci possa fare nemmeno una pausa pranzo. D'
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