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Falsi d’Autore — Giovanni Pascoli — La Cagna

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    In questa sezione, come ormai si sa, inserisco i risultati di un gioco che mi piace molto:
    inventare delle poesie che ricalchino stilisticamente, per forma e contenuto, quelle di altri poeti, famosi e non. 

    In questa giornata calda, cito il Pascoli Giovanni, poeta che apprezzo ed amo, e che mi commuove sempre un po’.

    Leggo volentieri i vostri commenti.

    La Cagna

    Era in un angolo composta
    in un cerchio sul pagliaio di tepore
    madido: aveva appena deposta
    i piccoli ciechi, vivi di tremore.

    Era l’alba e venne sera, fischiando
    un fresco vento batteva l’uscio
    e le sgranava l’occhi e faceva guscio
    ai suoi cuccioli si stringeva uggiolando.

    Suonavano al mattino i campani
    che lenti boavano, in valle
    appassivano le mammole gialle,
    suonavano di lutti lontani.

    La morte assetata aveva fatto sosta
    nel villaggetto col misero pagliaio,
    si era presa soltanto il lattaio
    lasciando vivere la cagna nascosta.

     

     

    D’