Il buon Giuseppe Giusti (28 like su Facebook, ma ne meriterebbe moltissimi di più) scrisse questo sonetto particolare: basato solo su due rime.
In gergo si dice che è un sonetto continuo a rime identiche.
Ma, al di là del fatto che mi faccio bello con un sonetto trovato su Wikipedia – almeno cito la fonte e non mi sparo le pose – trovo l’ultimo verso dell’originale, davvero geniale.
E quindi, non potendo in assoluto superarlo, nel produrre questo falso, ho semplicemente preso la poesia del Giusti e ne ho fatta la poesia DEI giusti: cioè, in vista delle elezioni politiche, un sonetto per pensare, decidere, e votare.
Una volta eran Granduca e Tedeschi
« Una volta il vocabolo “Sinistra”
suonò diverso a quello di “Destra”,
e un buon Italiano che dicea “Destra”
Non si credette mai di dir “Sinistra”.
Ma l’uso in oggi alla voce “Sinistra”sposa talmente la voce “Destra”,che “Sinistra” significa “Destra”,e “Destra” significa “Sinistra”.E difatto la gente di Destravedo che tien di conto della Sinistracome se proprio fossero la Destra.La Destra sta su per la Sinistra,la Sinistra è qui per la Destra,
e noi paghiamo la Destra e la Sinistra. »
D’