Vai al contenuto

GV

    GV 1

    Poesia per un amico.

    E anche se ora ti fingi stupito 
    dell'amaro che avvolge 
    a volte la vita, 
    seppi da subito 
    dai pochi scambi 
    dalle parole dai gesti e dai toni 
    che tu dei casi più vaghi e umani 
    conosci a fondo 
    quell'antica disperazione che i più 
    s'ostinano a chiamare vita. 
    
    Io seppi con te la mia paura non avere 
    casa, ché di fronte all'abisso 
    hai sempre tenuto 
    le braccia tese intorno
    ad essere staccionata 
    degli altri curiosi del mondo. 
    
    Ricordo (ed è bene) la fermezza 
    la forza, il rigore, partoriti allo specchio 
    è evidente 
    e poi sparsi intorno, con proficue intenzioni. 
    
    Ricordo ed ho rivisto, l'emozioni, 
    la sclera umida, 
    quell'iride ricolma di gocce 
    al fine di pulire 
    e ripulire gli altri e te stesso. 
    
    E il pregio, spesso, 
    nelle rare conversazioni, 
    di non lasciare nessun punto 
    senza il sorriso a lui congiunto. 
    
    Mi dicesti che siamo parentesi 
    che si aprono e si chiudono intorno 
    a momenti della vita degli altri. 
    
    E solo possiamo curare quei bordi
    ma mai curare nel fondo gli umani, 
    solo possiamo lavorarci domani 
    sporgendo un braccio forte, ma sui confini.
    
    Come il cielo dopo la pioggia dei giusti
    non ho molto altro da darti, 
    se non la certezza 
    che una tacca d'usura 
    nei miei controsoffitti 
    reca una firma, la tua, 
    fatta anni fa, con mano sì cura. 
    
    D'
    
    
    

    Photo by Sian Cooper on Unsplash