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I vecchi

    diapostrofo mazzi di prose

    Dialogo

    – Duilio, come stai?

    – Bene dai, te?

    – Tutto a posto. Sei andato a Ventimiglia quest’anno?

    – No eh, ormai sono solo, non ci vado più.

    – Ah, non ti piace il mare?

    – Certo, ma senza la Luli non è lo stesso.

    – Allora d’estate non ti muovi più?

    – An vederà. So mica sai. [prende fiato] ogni anno che viene è un anno in più, mica voglio star qui ancora molto. Sto qui a fare poi?

    – …

    Interludio

    Il sole poco convinto comincia ad essere scostante in questo settembre. Si lascia indietro un’estate corsa via senza sapere dove. L’orto è ordinato e scappa via ancora qualche erbaccia e qualche sasso, massaggiato da due mani chiazzate dalla vitiliggine stanche di fare il lavoro doppio. Due anni fa le mani erano quattro. Ossute uguale.

    Un paio, quello che non c’è più, un pochino più grazioso nelle linee.

    Quello che c’è ancora, abituato a girare le viti con l’unghia d’acciaio sull’anulare, ad aprire i vasetti e riparare i buchi della camera d’aria e prendere i manici lisci del rastrello e della zappa.

    Suda ancora nella camicia, è ancora vivo. Si apre un petto che respira l’aria del mattino presto, e non la vuole far andare via troppo in fretta. Che non sai mai, adesso, se il prossimo è un respiro intero o solo mezzo.

    Ragionamenti

    Ogni anno che viene è un anno in più. Non importa quasi cosa ci sia dentro. È un regalo. L’anno prossimo, chissà. L’importante è che l’orto sia bagnato, che i pomodori non facciano gli afidi, che le vespe non mangino le pesche, che le lumache non prendano la lattuga, che le carote non siano troppo vicine, che la tosse non faccia male, che il ginocchio non scricchioli troppo, che i denti non tengano sveglio.

    Che la morte non arrivi ancora. Non proprio oggi che ho da guardare l’orto.

    Anche se ogni giorno è un giorno in più. Ed è un bel regalo svegliarsi nel tepore di un sogno appena svanito.

    Epilogo

    Nell'anno in cui 
    perdemmo anche gli artisti 
    ingorgati nel flusso 
    delle privazioni imposte
    con colpi di reni avanzavano 
    accettando ogni compromesso
    ripensai la morte 
    con la grazia di una farfalla
    mentre le cose importanti 
    prendevano ordine 
    e davano ordini 
    facili da eseguire. 
    

    D’