Poesia sulle sepolture.
Camminavo nel vecchio cimitero e le anime seppur uguali dormono in letti diversi, perfino lo spazio dei morti è reso commercio dei vivi. Hai abbastanza per un loculo? Una sistemazione modesta per una fine di vita modesta Puoi permetterti di riposare nei metri di terra tra i fili d'erba? Sei ricco e vorresti un'intera cappella con vetrate a piombo, colori una scritta in latino sull'architrave, di fuori. Quando avrà fine, perché avrà fine e non saprò quando, vorrei riposare finalmente in un m-orto montano e scosceso, tra le file della lattuga, le radici delle verdure, un'ave alla vespa, l'eterno riposo dei faggi nelle sparse radure. Fermate le litanie, e assaggiate che zucchini! Non piangete con filastrocche fosche e sentite che potenza la carne di queste pesche! Manca felicità nel mio m-orto? Piantatela! Cresce subito forte e brusca come la salvia selvatica. Datemi un requiem che sappia di timo e rosmarino lasciatemi qui a respirar senza più fiato l'aglio, i porri e i ciuffi dell'erborino. Che piangete ancora? Fessi! Chi pensate di aver perduto? Un orso forse, e per giunta cocciuto! Ma come potete aver perso un orso che non avete mai avuto? Lasciatemi riposare nel mio m-orto con una vanga, un taccuino e una matita. E che tutto il resto che non vivo non sia per voi un pianto di lutto, ma un inno alla vita. D'
Photo by André Lergier on Unsplash