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Non vedrò le tue guance diventare ciliegie

    Non vedrò le tue guance diventare ciliegie 1

    Poesia da padre, che non sono.

    Non vedrò le tue guance 
    diventare ciliegie 
    al rosso che infiamma 
    la bimba vergogna 
    già colta 
    sul fatto.
    
    Non soffocherò le risa 
    per tenere il viso 
    del padre cui viene 
    serietà richiesta 
    dura, per l'occasione.
    
    Non sarò 
    castello, 
    coperta o bastione 
    invincibile ai tuoi occhi 
    nani e scuri 
    e vivi.
    
    Non imparerò 
    a fare le trecce 
    e i diversi tantissimi rossi 
    dello smalto per unghie
    
    Non saprò i gradi dell'apprensione 
    per il tuo ultimo 
    febbrone.
    
    Non sarà gigante a fianco 
    del tuo lettino 
    finché tu, o io, 
    non staremo dormendo
    sfiniti 
    in una storia.
    
    Non avrò memoria 
    dei tuoi mille vestitini.
    
    Non avrò il gusto di sentire
    nel naso il profumo 
    delle tue dita fini 
    sporche di biscotti.
    
    Non avrò cerotti all'anima 
    con sopra i tuoi disegnini.
    
    Perché non sei, 
    figlia, né sarai. 
    
    Anche se ora, un poco,
    nell'ora delle diciotto 
    mi manchi 
    mentre scende
    in questa estate 
    la neve
    e guardo fuori 
    l'albero di amarene.
    
    Perché in quest'ora ora, 
    più che mai,
    vorrei vedere le tue guance 
    diventare ciliegie. 
     

    D’